FRANCESCA TROIANO:
Sono grata a chi mi ha permesso di fare quest’esperienza, prima capivo solo che l’olocausto era una
disgrazia, ma ora capisco che è molto di più, lo senti dentro, non è spiegabile a parole…
Quest’esperienza ha cambiato il mio modo di vedere le cose e spero che anche ad altre persone che
hanno visitato il luogo abbia fatto lo stesso effetto. L’immagine dei forni mi rimarrà impressa penso
per sempre, non riesco ancora a capacitarmi che all’interno sono morte migliaia di persone e che
quando finì il carbone, i corpi vennero ammassati tutti da una parte, come degli oggetti, come delle
fragili foglie secche raccolte dal prato, per poi toglierle di mezzo perché danno fastidio.
ALESSIA GUERRIERI:
Lì ho pianto all’idea di camminare sopra quel pavimento dove giacevano migliaia di cadaveri e con
un nodo alla gola sono uscita. E’ stata un’esperienza che mi ha segnata e che mi è stata utile per
comprendere al meglio gli orrori commessi dall’ uomo nel passato.
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