FRANCESCO MANNOCCI:

Non è affatto semplice riportare le sensazioni provate nel campo di Dachau; non lo è per nessuno, difficile rivivere tali momenti e difficile dire cosa provavamo: ho sentito molte testimonianze di sopravvissute, letto articoli, visto film, documentari e per quanto possano essere commoventi, dettagliati e toccanti, non potranno mai far capire a fondo come ci si può sentire all’interno di un lager. Subito all’entrata, anche se non c’è, percepisce un inquietante silenzio, all’interno delle strutture l’aria si fa pesante, ti senti soffocare e tu, che sei un semplice visitatore, senti un desiderio di libertà perchè ti senti imprigionato… nei dormitori rivivi le esperienze dei detenuti come se fossi anche tu prigioniero. Riguardo ai forni crematori stavo immobile, in silenzio, a fissarli…

SOFIA NENCIONI:

Molto spesso gli scritti non rispecchiano le emozioni… difficile mettere nero su bianco i sentimenti, le impressioni che in questa esperienza di sicuro non sono mancate. Quasi impossibile rendere giustizia a tutto quello che abbiamo provato e vissuto, ma anche se sembrerà scontato, il sentimento che più si addice a questa esperienza forse è la rabbia, mista ad uno stupore che non avrà mai fine. Quando ti trovi davanti a dei forni crematori, alle camere a gas dove sai che ci sono passati milioni di persone, centinaia e centinaia di ragazze come te non riesci a pensare, non riesci a capire. Ti appaiono solo immagini, volti scarni con occhi pieni di disperazione. Metabolizzi solo dopo, quando ormai sei in una stanza di albergo, stanca e di sicuro sconvolta, che quella molto probabilmente è stata l’esperienza più formativa, profonda e interessante alla quale tu abbia mai partecipato e che difficilmente riuscirai a dimenticare….


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