Le nuove identità, i futuri della città, la memoria storica, la diversificazione del tessuto imprenditoriale e sociale. Questi i temi sviluppati durante “Memorie d’acciaio”, primo incontro del ciclo “Identità in una città in cambiamento” svoltosi venerdì 27 febbraio al Centro Giovani “De Andrè” di Piombino e organizzato da Circolo Samarcanda in collaborazione con Cesvot.

Alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, il presidente del Circolo Samarcanda Vittorio Pineschi ha aperto l’incontro invitando i presenti a riflettere sul tema dell’incertezza e sottolineando l’importanza dello sviluppo nonché del potenziamento della coscienza critica.

Per primo è intervenuto il sindaco di Piombino Massimo Giuliani. Dopo aver portato il saluto delle istituzioni e aver ringraziato i soggetti promotori dell’evento, il primo cittadino ha rilevato come il territorio della Val di Cornia abbia da sempre avuto “nelle sue vene l’acciaio e la sua lavorazione”. Ciò premesso, Piombino può e deve diventare un esempio di riconversione industriale e diversificazione produttiva proiettandosi con orgoglio verso il futuro. Un futuro che ha il nome di Cevital, il gruppo algerino che, acquisendo le acciaierie, ha promesso la costruzione di due forni elettrici e un’espansione dell’area portuale dalla quale può derivare lo sviluppo dei settori agroittico, turistico e agroalimentare, dando forza allo slogan “non solo acciaio”.

Proprio il tema della diversificazione è stato il fulcro del successivo intervento del Prof. Alberto Pirni della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, che già in passato aveva analizzato le prospettive strategiche di Piombino. Secondo lo studioso, identità e memoria non possono esistere l’una senza l’altra. Allo stesso tempo, non si può consolidare la drammaticità della crisi del sé collettivo dovuta alla fine dello “sbuffo” dell’altoforno che per anni ha contribuito a creare il costrutto identitario consolidato nel motto “Piombino è la sua fabbrica”. Il professore, quindi, ha prospettato vari futuri possibili, tra i quali il turismo, l’agroalimentare, l’imprenditoria di secondo livello, l’offerta formativa e il porto (specialmente nel caso in cui quest’ultimo sia scelto come sito di rottamazione delle navi da guerra).

Di una diversificazione che veda Piombino protagonista e ponte del Mediterraneo ha parlato anche il Segretario Generale CGIL Toscana Alessio Gramolati. Biasimando le promesse tradite che hanno alimentato l’incertezza, ha suggerito l’idea di una qualificazione industriale basata su un minor impatto ambientale e su un maggior risparmio energetico.

Il contributo del prof. Maurizio Iacono, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa, è stato incentrato sui temi della cooperazione, periferizzazione e imprenditoria malata. Per il filosofo l’identità si costruisce a partire dallo spirito cooperativo, nucleo del senso sociale umano. Questo assunto si è perso a vantaggio di un’individualità volta alla precarizzazione del lavoratore e all’isolamento dei territori. “Piombino è da sola in Toscana?”: queste le provocatorie parole con cui il preside ha terminato il suo intervento.

A questo quesito ha provato a dare risposta lo storico Tiziano Arrigoni, mettendo in luce come Piombino stessa abbia sempre avuto scarsa consapevolezza della realtà che la circonda, forse anche a causa di una viabilità decisamente insufficiente e di un dialogo tra istituzioni-politica e sindacati spesso non adeguato.

L’epilogo di questo primo stimolante e coinvolgente incontro, è stato affidato alle parole dell’Assessore alla Cultura del Comune di Piombino. Ciò che bisogna preservare, secondo Paola Pellegrini, è la memoria industriale attraverso il riconoscimento del ruolo intellettuale del lavoro nel nostro Paese. Criticando l’assenza di una politica industriale nazionale che dovrebbe puntare sull’innovazione scientifica e tecnologica, ha lodato la classe operaia piombinese per la sua capacità di adattarsi e cavalcare i cambiamenti che hanno caratterizzato il territorio. Infine ha voluto lanciare un messaggio di speranza rivolto ai giovani: “la storia si può perdere, ma si può anche riconquistare”.

L’appuntamento è per venerdì 13 marzo con il secondo incontro dal titolo “Nuove fusioni”, sempre alle 15.30 al Centro Giovani “De Andrè”.

SC


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