Piombino – Oggi giovedì 4 ottobre a partire dalle 9.30 presso la sede dell’arci di via pisacane a piombino si è tenuto l’incontro programmato con la responsabile dell’UEPE di Livorno. Presente anche la Pubblica Assistenza.

La RIFORMA PENITENZIARIA (legge 375 del 1975) comprende le norme che regolano l’esecuzione delle condanne e il principio delle pene che non devono avere carattere afflittivo, ma devono servire a rieducare il condannato. L’UEPE (ufficio esecuzione penale esterna), se potenziato, porterebbe risultati positivi. Tale ufficio permette l’esecuzione delle pene e delle condanne in maniera diversa. E’ dimostrato che , tramite percorsi alternativi alla detenzione, si può diminuire drasticamente il tasso di recidività del detenuto.

Nel carcere è presente un’AREA TRATTAMENTALE, con figure professionali quali psicologo, educatore e assistente sociale, che con le loro competenze analizzano ogni caso con cura e cercano di trovare misure alternative per far scontare la pena al di fuori dell’istituto, a contatto con la realtà quotidiana. La responsabile ci informa che il costo di un condannato che sconta la pena fuori dall’istituto è molto più basso di uno che sta dentro il carcere.

La GIUSTIZIA RIPARATIVA  definisce un concetto diverso della condanna: è un modello di giustizia sul quale ci sono degli studi di specialisti per individuare percorsi atti a compensare il danno causato.

Nell’anno 2008 è stata creata una commissione per sviluppare questi percorsi di giustizia. Sempre nello stesso anno, la collaborazione con la CESVOT ha permesso un corso di formazione sulla giustizia riparativa, indirizzato ai volontari delle varie associazioni. Poco dopo è stata stipulata una convenzione con le associazioni di volontariato, la CESVOT e l’UEPE per impegnarsi a facilitare questi percorsi e inserire i soggetti condannati all’interno delle attività delle associazioni aderenti, in modo gratuito.

Questo tipo di interventi non è applicabile in tutti i casi, in quanto l’adesione da parte del condannato deve essere consapevole e fatta in modo volontario. Bisogna valutare bene la storia del condannato prima di intraprendere il percorso e comunque va effettuato negli ultimi tre anni della pena.

L’art. 21 dice che il condannato è un detenuto a tutti gli effetti, ma può uscire per motivi di lavoro; deve però rientrare la sera in carcere.

L’incontro è stato molto interessante ed è possibile un secondo incontro nel periodo della CAROVANA ANTIMAFIA, che effettua una fermata anche a Livorno.


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